sabato 4 febbraio 2012

Su quei debosciati dei bambini di oggi e sui loro genitori. (ma c'è di più!)

Derpando per la rete mi sono imbattuto in un articolo sulle nuove generazioni:

http://notizielibere.myblog.it/archive/2011/01/30/i-bambini-di-oggi-geni-del-computer-ma-non-sanno-allacciarsi.html

C'era da aspettarselo; c'era proprio da aspettarselo che le nuove tecnologie avrebbero creato dei nuovi cambiamenti. C'era da aspettarsi anche che sarebbero stati cambiamenti in peggio.

Di chi è, ordunque, la colpa? Istintivamente verrebbe da dire che la colpa è dei computer ma, suvvia, un computer è solo una macchina di plastica che con impulsi elettrici su aggeggi di silicio scrive su un tubo catodico; è una cosa senza una volontà propria. Come può un computer avere la colpa di qualcosa?
Anche quando scoprite che vi si sono detratti 300 euro dal conto corrente non è colpa del computer, è solo colpa vostra che avete creduto di essere davvero il milionesimo visitatore, o che avete aperto un'email in cui vi si chiedeva se volevate aumentare le dimensioni del vostro pene.

Ma tornando ai bambini, come ho appena detto, non è colpa del computer. La colpa è dei genitori, e di nessun altro. Quando un bambino cresce male c'è sempre da tenere presente che sfortunatamente crescere un figlio è diverso dal guidare una macchina. Per l'ultima serve una patente, ma la prima è una cosa che qualsiasi imbecille può fare.

Ora che ho puntato il dito contro i genitori mi si accuserà, e devo dire giustamente, di fare la parte del burbero pessimista che accusa tutti di tutto e non propone mai niente di alternativo; ed è proprio per questo che ora mi permetterò, dalla mia posizione di diciannovenne senza figli, di elencare una serie di consigli su come crescere i propri figli.

-Fate crescere i vostri figli lontano dalle grandi città, so che putroppo non è per tutti possibile vivere in campagna, allora portateci i bambini più weekend possibile, e portateceli anche per le ferie. A nessun bambino interessa passare le vacanze in impensabili paradisi tropicali, e scommetto che anche a voi non dispiacerà riscoprire il piacere delle località rurali.
-Non comprate ai vostri figli tutto quello che vi chiedono, perché, siamo onesti, davvero un bambino ha bisogno di un cellulare ultramoderno, di un computer tutto suo o di un Ipad? (che poi di quest'ultimo, non ho mai capito l'utilità anche per gli adulti). Davvero volete che il mercato abbia sui vostri figli più autorità di voi? Davvero volete rinunciare a quegli 800 euro di Ipad solo per non dover dire un no ai vostri figli? Se i bambini inizieranno a vedersi negate le cose inutili subito, da grandi saranno più abituati a vivere con quello che è necessario piuttosto che con materiali dispendiosi ed inutili.
-Scegliete con cura i giochi dei vostri bambini, state attenti a quali videogiochi comprate, e non sto dicendo "evitate i giochi violenti" ma "evitate i giochi stupidi che rincoglioniscono". I giocattoli migliori sono quelli che fanno lavorare nel bambino la creatività e la logica; e a questo proposito ricordo che un sacco di cose possono essere usate come "giochi": fare dipingere con i colori a tempera, ad esempio, è ottimo per la crescita del bambino.
-Non fate guardare ai vostri figli la televisione, e qui non credo di dover nemmeno spiegare il perché.
A proposito di televisione, digredisco un attimo su un tema che interesserà chi ha figli di circa 12-13 anni: si tende spesso a puntare il dito contro programmi come Skins e Misfits ma non ci si rende conto di come molti altri programmi a prima vista innocenti sono molto più diseducativi. Dire "non facciamo vedere ai nostri figli Skins perché si vedono i ragazzi che si drogano" e poi lasciare che i propri figli vedano Hannah Montana, che praticamente insegna alle bambine come diventare ricche e famose facendo le puttane, è un po' contradditorio. In ogni caso: lasciare acriticamente che i propri figli guardino la televisione senza interrogarsi su cosa guardano e senza essere lì presenti ad aiutarli ad interpretare quello che vedono è una cosa che vi rende dei criminali. Sì, dei criminali, a tutti gli effetti: criminali verso i vostri figli e verso la società.

E qui ho finito, non mi viene in mente altro; come vedete, non sono cose che richiedono particolari sacrifici; solo un minimo di interesse; perché un figlio non è qualcosa da fare solo perché vi hanno detto che non è buon costume non averne, qualcosa da mettere in mostra come un'auto nuova o un bel vestito, è qualcosa che richiede, appunto, interesse e dedizione.

sabato 24 dicembre 2011

Ancora sulle tecniche di controllo delle masse: il coinvolgimento emotivo.

Tra i vari blog della serie "chiudiamo CPI, fermiamo l'odio, difendiamo la democrazia" me ne è capitato uno che mi ha colpito particolarmente: questo.

Il senso del blog era fondamentalmente, una lista di tutti i giornalisti/artisti/blogger ecc... che si sono permessi di riflettere razionalmente sulla situazione e chiedersi se davvero fosse il caso di reprimere CPI con la scusa della strage di Firenze. Tutto si conclude con le testuali parole:

glielo andate a spiegare voi ai morti senegalesi, alle loro famiglie, alla comunità senegalese, perché siete stati così gentili con quelli di Casapound?


Perché parlo di strategia del coinvolgimento emotivo? Perché la stessa tecnica è usata dai giornali di cronaca nera: siamo abituati a vedere in televisione madri che piangono sulle tombe delle figlie uccise in modo brutale, e in quel momento l'immedesimarci nel dolore ha un che di catartico e ci porta a sentirci eroi se odiamo con tutti noi stessi il maniaco che ha ucciso la figlia, se invochiamo la pena di morte, la tortura e altre cose che in una situazione di lucidità mentale ci sembrerebbero barbare. Lo stesso principio è quello che spinge all'odio razziale quando sentiamo la notizia di una ragazza violentata da un immigrato. Poco importa poi se il maniaco assassino stava in realtà solo coprendo qualcuno, o se la ragazza violentata si era solo inventata di essere stata violentata per nascondere di non essere più vergine ai genitori.
Quello che ci importa, mentre ci immedesimiamo in un dolore non nostro, è solo scaricare l'odio verso un capro espiatorio.

Così funziona la strategia del coinvolgimento emotivo, e il blog di Femminismo a Sud ne approfitta per far valere un dogma che è tipico della democrazia: il dogma secondo il quale il fascismo dovrebbe essere demonizzato e represso con violenza in ogni caso. La democrazia possiede questo dogma non tanto perché il fascismo sia una sorta di verità scomoda, ma semplicemente perché, siamo onesti, se una persona è talmente stupida da credere che la democrazia funzioni, da sostenere che non siano le banche ad avere il potere o da legittimare le guerre umanitarie della NATO; allora non sarà difficile indottrinarlo al fascismo.

giovedì 15 dicembre 2011

La Strage di Firenze e le tecniche di controllo delle masse.

Ho sempre provato un odio viscerale verso chi strumentalizza politicamente le tragedie; come i pennivendoli di turno hanno commentato la Strage di Firenze è uno degli esempi.

Abbiamo uno squilibrato iscritto a CasaPound che ad un certo punto sbotta e uccide due immigrati per poi togliersi la vita; non abbiamo nulla di lasciato scritto, nessuna dichiarazione, nulla che possa aiutarci ad analizzare psicologicamente il carnefice. Eppure quando l'assassino è "neofascista" o "xenofobo" allora sì che i giornali non esitano a gettarsi come avvoltoi in un banchetto di informazioni che possono essere rese comode; perché si sa: quando c'è un'occasione come un'altra di sollevare un "problema xenofobia" non viene mai lasciata andare, mai.

Tutto ciò ha il solo scopo di fare ciò che è comodo ai governi: fare vivere il popolo nella paura. Non già farlo vivere nel terrore, come quello di Robespierre, quando il governo era un potente leviatano a cui i cittadini obbedivano per evitarsi severe punizione; ma nella paura, e la paura è molto più subdola del terrore, perché spinge ad obbedire al potere credendo che l'obbedienza possa fare vivere nella sicurezza. Poco importa se questo principio si riveli sempre essere puntualmente sbagliato; la paura è ciò che aiuta il potente a legittimare i suoi crimini.

E sono innumerevoli gli esempi di come questo è quello che stiano facendo i media italiani; prendiamo ad esempio questo. Non sarebbe ammissibile in un paese civile che un giornale di così grande portata possa permettersi di trarre la conclusione "c'è un problema di ascesa della xenofobia" solo perché su un forum di reietti si elogia la strage.

Dopo la paura, ovviamente, si passa a prendere le misure repressive; ma anche qui, non è più il NSDAP a perseguitare i comunisti con la scusa dell'incendio del Reichstag, sono gli stessi cittadini che adesso si danno attivamente al proporre soluzioni come "chiudiamo CasaPound" o "prendiamo misure più repressive nei confronti dell'apologia di fascismo"[1].
Non ho mai visto nessuno invece farsi la domanda che dovrebbe venire per prima: "come ha fatto uno squilibrato a procurarsi una pistola?" perché, siamo onesti, è sul commercio di armi che si dovrebbero effettivamente "prendere misure più repressive".

In secondo luogo la domanda da farsi è: "come posso impegnarmi attivamente nella società per contriubire a creare un clima culturale in cui atrocità di questo genere siano sempre più rare?" e su questo ovviamente non mi dilungo, preferisco lasciare carta bianca al mio pubblico.

Questo blog è solo un semplice invito ad agire e pensare sempre con la propria testa, tenendo presente che la prima cosa a cui bisogna ribellarsi sono i luoghi comuni e la tendenza a fare di tutta un'erba un fascio; oltre a ricordare quanto sia importante informarsi tramite vie alternative alla luce di quanto i mass media di facciata siano pagati da persone che non hanno certo in interesse la nostra conoscenza del mondo.

[1] Tutto questo viene detto come se potesse essere una soluzione per combattere la xenofobia; è mai servito a qualcosa criminalizzare l'apologia di fascismo?
Vi ricordo che il paese con meno drogati d'Europa è l'Olanda; e il meccanismo è esattamente lo stesso.

domenica 16 ottobre 2011

L'Amore Libero, ovvero l'Amore ai tempi della ragione che viene prima della passione.

La Decadenza umana, per sua stessa natura, si ritorce sempre contro sé stessa: la storia è costeggiata di Rivoluzioni eseguite da uomini della Decadenza che hanno sostituito altri uomini della Decadenza; a combattere i valori moderni sono sempre stati solo quella ristretta ed inutile razza di illusi, romantici e idioti che il mondo ha sempre visto come malati mentali da tenere in vita solo perché divertenti.

Nulla di diverso si può dire del movimento Hippie; quel movimento che in nome di un mondo unito sotto i valori della pace sociale Orwelliana, della razionalità integrale, del materialismo produttivo e dell'appiattimento di ogni differenza o varietà degli esseri umani si proponeva di combattere la borghesia americana, la classe sociale dell'utilitarismo e della ragione scientifica. Insomma, è sempre e solo la Dea Ragione ad essere la vincitrice; quale che sia la sua faccia.

Particolari problemi questa Dea trova quando tenta di uscire da ciò che non è di sua competenza: quando Kant si trovò davanti la metafisica stabilì che essa non era certo di competenza dell'Illuminista. Molto meno maturo fu il comportamento dei filosofi libertini, che pretesero di creare una nuova concezione di amore secondo la cultura materialista/razionalista dell'epoca.
Stessa concezione sarà ripresa nel XX Secolo dal suddetto movimento Hippie con l'idea del Free Love.

In cosa consiste questo Free Love? Semplicemente in un nuovo tipo di amore che sia perfettamente libero dai "vincoli", eh già, questi malefici "vincoli" così retrogradi, demodé ed oscenamente cattolici!

Il primo vincolo che era da abbattere, era quello dell'esclusività della coppia: l'amore di una persona non doveva limitarsi al tradizionale e demodé attaccamento ad una sola persona ma a tutta la comune; e perché no a tutto il mondo. Una donna che avesse un milione di amanti non doveva più subire le etichette retrograde di donna facile.

Le argomentazioni secondo gli Hippie? Semplicemente, pensandoci bene: questo modus vivendi è sicuramente più comodo che vivere attacandosi a qualcuno ed autodistruggersi come un novello Werther per una persona. Il sogno degli Hippie era proprio questo: distruggere tutti i vincoli sociali irrazionali, peso delle economie passate, e creare un mondo amministrato in maniera totalmente razionale che eliminasse ogni tipo di dolore.

Sfortunatamente, quella ristretta ed inutile razza di illusi, romantici e idioti non è d'accordo; e preferisce sicuramente personaggi stupidamente turbolenti ed autodistruttivi come il già citato Werther, come Heathcliff o come Andrea Sperelli piuttosto che glorificare lo stile di vita di coloro che controllano le proprie passioni con le redini della ragione.

Ora, parlando seriamente, questa non è propriamente una critica che io muovo; sarebbe stupido portare avanti una battaglia a cui nessuno darà peso, sopratutto se è la battaglia di chi sta dalla parte del torto.
Piuttosto posso parlare di uno sfogo, di uno sfogo contro questi valori di razionalità e materialismo che sono perfettamente penetrati all'interno della nostra società, e gli esempi per dimostrarlo sono infiniti.
Finché nella mente umana esisterà un minimo di umanità i miei nemici non vinceranno mai, mi spaventa solo il notare come in nome della freddezza materiale ogni briciolo di umanità possa essere distrutto.

lunedì 29 agosto 2011

I due nazionalismi europei.

Nel 1973 il filosofo della politica montenegrino John Plamenatz fu il primo a teorizzare una distinzione tra i due nazionalismi principali presenti in Europa: il nazionalismo occidentale (in quanto tipico dei paesi dell'Europa Occidentale) ed il nazionalismo orientale (tipico dei paesi dell'Europa Orientale).


Secondo il filosofo montenegrino si tratta di una differenza di tipo prettamente tipologico e non già geografico: nazionalismi come quello basco, catalano o irlandese sarebbero di tipo orientale pur trovandosi in nazioni dell'Europa Occidentale.

In cosa sono diversi questi due nazionalismi?

Il nazionalismo occidentale si fonda su un sentimento di stato; quello orientale su un sentimento di etnia.
Il nazionalismo occidentale è inclusivo, e non considera la discendenza etnica di un individuo: chiunque è in grado di riconoscersi nei valori politici del proprio stato; quello orientale è esclusivo, solo gli appartenenti per discendenza ad un'etnia sono membri della nazione.
Il nazionalismo occidentale è di tipo razionale, ed in esso l'individuo stabilisce la sua nazionalità in base alle esigenze politiche e commerciali del momento; quello orientale è di tipo sentimentale e presume che l'individuo stabilisca di appartenere ad una nazione in base al proprio sentimento patriottico interiore.

La causa di questa differenza sarebbe, secondo molti sociologi, nel fatto che le nazioni occidentali hanno in passato avuto delle colonie e questo avrebbe abituato gli stati a raccogliere varie etnie sotto di sé; visione che io condivido in buona parte. Se certamente l'occidentalità (in termini Plamenatziani) di Spagna, Portogallo, Francia, Paesi Bassi, Austria, Danimarca, Belgio, Svezia, e Regno Unito è dovuta al passato coloniale (imperiale per quanto riguarda l'Austria) di questi Stati; ciò non si può certo dire di Italia e Germania, che hanno posseduto colonie in misura molto minore.



Ora; è innegabile che i nazionalismi di cui erano pregni il Regno d'Italia, la Repubblica Sociale Italiana e l'odierna Repubblica Italiana siano stati il non plus ultra del nazionalismo occidentale; mi azzarderei quasi a definirli "l'esempio pratico di quello che il nazionalismo occidentale è".
Il Regno e la Repubblica Italiana sono esempi di nazionalismo occidentale in quanto questi stati raccolgono all'interno varie identità nazionali viste solo come un rischio all'unità dello Stato, e si danno come scopo quello di schiacciarle violentemente in nome dell'Italianità, senza interpretarle correttamente come invece accade in Germania: dove nessuno negherebbe mai la sua identità di Prussiano, di Bavarese, di Svevo, di Sorbo, di Turingio, di Renano o di Sassone e pure continua a sentirsi rappresentato nella "Germania" di cui il suo popolo fa parte.

Anche l'Italia Fascista, benché definita da Plamenatz come "un episodio di nazionalismo orientale in un paese di cui è tipico il nazionalismo occidentale" fu invece completamente un nazionalismo occidentale; in quanto si trovava ad essere tutt'altro che un nazionalismo legato alle proprie radici di sangue e di nascita, ma un nazionalismo di tipo espansivo, non diverso da quello della Germania Nazista, che voleva estendere l'Italianità a tutti i popoli conquistati; l'italianizzazione forzata di Bolzano ne è la prova pratica.

Per quanto riguarda invece la Germania: la considero il giusto connubio tra il nazionalismo di tipo occidentale e di tipo orientale, per i motivi che ho illustrato sopra, pur con qualche difetto di natura amministrativa.

Questa piccola digressione era necessaria per una illustrazione di quello che è il nazionalismo occidentale e di quali sono state alcune "cause" della nascita di questo tipo di nazionalismo.
Tornando al discorso del rapporto tra i due nazionalismi; molti hanno fatto notare a Plamenatz un errore: quello di non avere tenuto conto del fatto che una nazione, per esistere, debba comunque poggiare su di un substrato etnico per quanto poi a questo si diano delle estensioni di tipo politico. La conclusione che si trae da ciò è che ogni nazionalismo occidentale poggi quindi, inevitabilmente, su un nazionalismo orientale.
Non è difficile capire il perché se si pensa che i primi "teorici" del nazionalismo furono i filosofi e sopratutto gli artisti del Romanticismo Tedesco.
Appunto perché questo nazionalismo occidentale poggia sul nazionalismo dei romantici, di stampo orientale, occorre chiedersi cosa abbia dato vita al nazionalismo occidentale; la risposta è sicuramente lo stato in una prima fase, la borghesia in una seconda. Mentre gli stati occidentali erano già "costruiti" a inizio ottocento, se si escludono Germania e Italia; nell'Est gli stati non corrispondevano alle esigenze nazionali dei popoli, e così andavano nascendo gli interessi indipendentisti della Iugoslavia e della Grecia dalla Turchia, della Polonia dalla Prussia, dell'Ucraina e della Bielorussia e delle nazioni baltiche e finniche dalla Russia, dell'Ungheria e della Cecoslovacchia dall'Austria, della Turchia dalle potenze che occupavano il territorio del disciolto Impero Ottomano. Nella stessa Italia si può parlare di un serio sentimento indipendentista basato sull'etnicità per quanto riguarda il Regno Lombardo-Veneto, che era quello di diventare "Italici" e liberarsi dalla "Germanicità" imposta dall'Impero Asburgico.

In questo senso il sentimento di stato si è imposto come conseguenza di quello nazionale, generando quello che è il nazionalismo occidentale.

Va anche detto che, nell'ultimo secolo, anche nell'Europa dell'Est si è assistito a due esempi di nazionalismo occidentale: la slavizzazione delle minoranze etniche dell'Unione Sovietica (Ingriani, Careliani e tedeschi di Königsberg sono solo tre esempi) come. sempre in Unione Sovietica, la propaganda ostile ai costumi Estoni, Batici, Romeni (in Moldova), Bielorussi e Ucraini; e più a Sud l'unitarismo forzato della Serbia in una Iugoslavia ormai inutile a contrastare la dominazione Turca.

Principale teorico, secondo Plamenatz, del "nazionalismo occidentale" sarebbe il sociologo tedesco Jürgen Habermas che concretizza lo sviluppo di questo nazionalismo con il termine Verfassungspatriotismus, ovvero Patriottismo Costituzionale.
Secondo Habermas il patriottismo di tipo romantico è da smantellare, sostituendolo con un nuovo patriottismo  basato sulla Costituzione di uno stato liberale come collante degli individui.

Questa logica viene argomentata ad esempio considerando che la Svizzera, in cui convivono quattro comunità linguistiche, è unita non da una cultura ma proprio dalla Costituzione; o considerando che gli Stati Uniti, in cui più etnie sono legate dall'appartenenza ad un unico Stato.

Dal canto mio, invito il lettore di questo blog a defecare sugli scritti del sociologo tedesco, che rappresentano la più becera decadenza borghese dell'Europa contemporanea. Qualcuno avrebbe dovuto insegnare un po' di storia della Confederazione Elvetiva ad Habermas; facendogli notare come sia dal tempo degli Elvezi che la Svizzera sviluppa una sua identità culturale, e come sia da solo poco più di due secoli che essa è una democrazia a tutti gli effetti; qualcun'altro avrebbe anche dovuto fargli notare che gli Stati Uniti sono uno stato nato con il presupposto di non avere un'etnicità (sebbene in esso siano frequenti i regionalismi e le ghettizzazioni) e che un patriottismo simile a quello americano non è assolutamente applicabile in un contesto Europeo che sia degno di questo nome.

La teoria del Patriottismo Costituzionale sta avendo le sue maggiori applicazioni nella politica del Regno di Spagna, sia dalla destra che dalla sinistra; con lo scopo di distruggere le identità nazionali presenti nel territorio, come la Catalana, la Basca, la Aragonese e la Asturiana. Dai teorici del Verfassungspatriotismus la presenza di queste identità regionali è un "fallimento per lo stato-nazione spagnolo"; mi chiedo cosa invece rappresenterebbe un successo per la Spagna, forse applicare i metodi di Francisco Franco?
Io ritengo invece che in Europa ci siano molti modi di usufruire della ricchezza culturale rappresentata dalle piccole nazioni che sono effettivamente dei "successi" per lo "stato-nazione"; abbiamo già discusso della situazione in Germania; ma anche nei Paesi Bassi, dove la cultura e i costumi del popolo Frisone e di quello Limburghese sono tutelati dallo Stato Nederlandese, ma senza che nascano indipendentismi o campanilismi vari, trovo che si possa parlare di "successi dello stato-nazione".

Ancora abbiamo una dimostrazione di quale sia la vera natura dello Stato Italiano: chiedete agli irriducibili "patrioti" Italiani quale sia secondo loro il simbolo della loro "Patria", e molti risponderanno "la Costituzione". Mi sento di definire essi come nient'altro che dei finti patrioti a cui è stato fatto il lavaggio del cervello con la cultura liberale; degli Europei che pretendono di essere nazionalisti alla maniera Americana.

Il nazionalismo "occidentale" altro non è che una degenerazione borghese di quello che è il vero nazionalismo, quello romantico o "orientale"; quello degli Ucraini e dei Finlandesi che combatterono per liberarsi dall'Unione Sovietica anche sapendo che ciò avrebbe comportato danni economici, quello dei popoli Africani che versarono sangue per ottenere la libertà delle loro terre dalle colonizzazioni europee pur essendo ben consci di come gli europei stessero portando ricchezza economica, quello degli Irlandesi che a costo di staccarsi dallo Stato più potente d'Europa ottennero l'indipendenza perché sapevano che ciò era quanto di giusto c'era da fare per la loro Patria.


Ad ogni modo, sebbene sia un convinto sostenitore della superiorità del nazionalismo orientale su quello occidentale, non posso negare un dato di fatto: il nazionalismo orientale è spesso basato su una cultura "bassa", chiusa in se stessa e spesso campanilista; incompatibile con qualsiasi situazione di pace tra i popoli.

Il dovere dei giovani Europei in questo ambito è quindi quello di dare vita ad un nuovo nazionalismo, un nazionalismo di tipo "orientale" ma che sia "raffinato" dall'avere in sé i lati positivi del nazionalismo "occidentale"; ovvero la tolleranza etnica reciproca tra i popoli e la visione della proprio nazione in un contesto macroscopico Europeo e perché no Mondiale.
Io sono di nazionalità Insubre, ma la mia nazionalità non mi impedisce di essere aperto alle novità che le nazioni straniere di tutto il mondo mi presentano o di negare di appartenere ad una identità Italica ed Europea.

Questo è, a mio avviso, il modo migliore di interpretare quell'impulso naturale degli individui che è il patriottismo: se trionferà il nazionalismo occidentale, significherà la morte della cultura Europea ed in futuro di tutte le nazioni del mondo per via dell'immigrazione selvaggia; ma se non controlleremo il nazionalismo orientale, non esisterà mai una pacifica convivenza di popoli e gli individui vivranno la loro nazionalità come un impedimento invece che come una ricchezza.

venerdì 26 agosto 2011

A proposito di Anders Bahreng Breivik

Di recente mi sono occupato di stendere una prima traduzione in Italiano di una piccola parte di 2083 - Una dichiarazione europea d'indipendenza; ovvero il manifesto ideologico-politico del Mostro di Oslo.

Una prima conclusione a cui sono giunto è che parlare delle idee politiche del Mostro in relazione alla strage compiuta, magari sollevando un "problema xenofobia in Europa" o un "problema fondamentalismo religioso in Europa", altro non è che una barbara strumentalizzazione di una terribile strage nonché un'imperdonabile mancanza di rispetto nei confronti delle 77 vittime dell'attentato di Oslo e della strage di Utøya e delle loro famiglie.

Dico questo perché leggendo attentamente quella piccola parte di 2083 sono potuto giungere alla conclusione che Breivik avrebbe potuto benissimo essere il più avantgarde degli uomini di sinistra e compiere ugualmente un massacro: egli era solamente un individuo malato con dentro di sé una violenza da sfogare, che ha usato la politica per giustificare un atto simile.

Cosa mi ha fatto giungere a queste conclusioni? Leggendo il memoriale, non è stata tanto la lucidità e la meticolosità dello scritto a sorprendermi; mi ha piuttosto sorpreso il fatto che quanto scritto non è assolutamente una novità. Mi spiego: per quanto io non condivida un buon 95% delle idee del Mostro, esse sono idee assolutamente normali: mi sarei aspettato di leggere deliri e assurdità (seppur scritte con lucidità), invece non ho letto nulla che non avrebbero potuto scrivere un Borghezio o una Fallaci.

Ma né Borghezio, né la Fallaci hanno mai compiuto stragi; ed ecco che qui occorre denotare la differenza tra un individuo mentalmente instabile e un individuo che ha le sue idee.
Se Breivik si fosse fermato alla stesura del manifesto sarebbe stato un individuo che ha le sue idee, ma quando si arriva ad una strage in cui 77 persone perdono la vita, ecco che sopraggiunge l'individuo mentalmente instabile.
In conclusione: incolpare la politica se un folle assassino compie una carneficina sarebbe come incolpare la pioggia se in macchina si fa un incidente guidando ubriachi.


Detto questo, rimane opportuno fare un sunto (secondo le mie umili conoscenze) di quella che è l'ideologia del Mostro di Oslo; allo scopo di evitare che la strage venga strumentalizzata ancora.
Piuttosto che spiegare chi effettivamente Breivik sia (cosa che sarebbe fagocitata dall'espressione Democratico di Centro-destra, seppur con alcune visioni di Sinistra[1]) è facile spiegare chi egli non è.
Breivik non è neo-nazista; come lui stesso afferma nel memoriale, considera i neo-nazisti dei ragazzini frustrati che hanno scelto simboli che permettano loro di esprimere un grande "vaffanculo" alle correnti istituzioni. Breivik considera inoltre "nazista" un'etichetta che i multiculturalisti (Marxisti culturali, come li definisce lui) attaccano a chiunque si senta di combattere il multiculturalismo ed il genocidio Europeo.
Breivik non è un fondamentalista cristiano: benché sia un individuo molto Christian friendly; egli vede il Cristianesimo solo come un baluardo di identità Europea e difesa dall'Islamizzazione. Per il resto: si definisce pro-gay, pro-aborto e pro-eutanasia.
Breivik non è razzista in toto: egli stesso dice di definirsi anti-razzista e di considerare il multiculturalismo come vero razzismo in quanto distruttore di culture e nazioni. Tuttavia, nel manifesto assistiamo a frasi che ci fanno presupporre una sua idea di superiorità della razza Nordica, il che è definibile certamente razzista. Va ricordato comunque che la sua "guerra santa" che vede l'Europa sulla difensiva contro l'Islam non è una battaglia di tipo prettamente razziale, bensì una battaglia di tipo ideologico. Breivik definisce l'Islam una "ideologia dell'odio" in quanto intollerante verso le altre religioni; e spinge il lettore ad intraprendere una crociata contro di esso; ma questa crociata parte da un conflitto dei valori liberali e democratici incarnati in Stati Uniti, Europa e Israele (ma anche Giappone e Corea del Sud) contro i valori illiberali e totalitari incarnati nel mondo Islamico.

Dopo questo discorso, segnalo un'iniziativa presente su Facebook dal 25 Luglio fino al 31 Ottobre che potete trovare sotto questo link riguardo ad alcuni articoli di giornali circa le religioni etniche pagane che vennero pubblicati immediatamente dopo le stragi da giornali di rilievo tra i quali i famosissimi La Repubblica[2] e Il Sole 24 Ore[3].

[1]Le uniche idee di Breivik definibili di sinistra sono quelle proprio su omosessualità, aborto ed eutanasia; che tuttavia sono anche esse in funzione della "crociata" di cui si sente paladino.
[2]Croci celtiche, Odino e rock metal
l'ultra destra del Nord Europa
[3]Satanismo e superstizione nella storia del paese accusato di essere il più pagano d'Europa

domenica 26 giugno 2011

Una "mappa" dell'Europa per identità nazionali. Aggiornamento.

Tracciare i confini delle nazioni europee, evitando i falsi nazionalismi (come la padania) e senza avere le possibilità di viaggiare nei luoghi d'interesse è una delle cose più difficili che esistano al mondo, per questo vi chiedo di darmi il vostro parere su questi "confini" che spiegherò.
  • ITALIA
  • Nord
  • Le nazioni che compongono il Nord Italia occidentale sono la Valle d'Aosta, il Piemonte, la Valsesia, la Liguria. La Lombardia è divisa fra l'Insubria (provincie di Lodi, Lecco, Milano, Pavia, Varese, Verbania-Cusio-Ossola, Como, Sondrio e Monza; più la zona del Canton Ticino a sud del fiume Ticino e i cosiddetti Grigioni Lombardi) e l'Orobia (detta anche Lombardia) che incorpora Bergamo, Brescia, Cremona e Mantova. L'Italia Nordorientale è divisa tra il Veneto (compresa la provincia di Trento e la Venezia Giulia) ed il Friulia; mentre la Val Resia è Slovenia ed il Tirolo Meridionale è Austria, ad eccezione dello spazio urbano di Bolzano, che è Veneto in quanto Mussolini fece migrare in questa città molti veneti all'inizio della dittatura fascista. Più a sud abbiamo la Romagna (che include San Marino) e l'Emilia.
  • Centro
  • La Toscana è una nazione a sé stante dalle altre, mentre le regioni Umbria, Marche e Lazio hanno una comune identità nazionale. Viene la questione del nome che abbia questa nazione, a mio parere potrebbe essere chiamata Umbria per via della lingua parlata.
  • Sud
  • La Sicilia e la Sardegna sono nazioni; mentre le altre regioni del Sud Italia sono accomunate in una sola Nazione il cui nome può essere Duosicilia Napolitania.
  • FRANCIA
  • Dalla Francia vanno scisse l'Occitania, la Normandia, la Corsica e la Bretagna; l'Alsazia è invece, una regione della Germania. L'Arpitania è una nazione distinta dalla Francia, ma di essa non fanno parte le zone della Svizzera dove è parlato il Francoprovenzale.
  • GERMANIA
  • La Germania deve concedere l'indipendenza alla Lusazia e alla Bavaria, ottenere l'Alsazia dalla Francia e dare lo Schelswig alla Danimarca.
  • SPAGNA
  • Gibilterra è Spagna. Sono nazioni non spagnole invece la Galizia, le Asturie, l'Aragona, il Paese Basco e la Catalogna (queste ultime inglobano a loro volta piccole parti che oggi sono giuridicamente francesi).
  • REGNO UNITO
  • Le nazioni che compongono la Gran Bretagna sono l'Inghilterra, la Cornovaglia, il Galles, la Scozia e l'Isola di Man. L'Ulster è una regione irlandese.
  • POLONIA
  • L'Oblast' di Kaliningrad, malgrado la sua posizione geografica, è parte della Russia, dal momento che l'operazione di "slavizzazione forzata" dei residenti tedeschi condotta dai sovietici è andata (con mio grande rammarico) a buon fine.
  • La città di Wilamowice ha una sua tradizione ed una sua lingua (peraltro germanica e non slava) ed è quindi una nazione a tutti gli effetti.
  • Sono infine nazioni diverse dalla Polonia la Pomerania (attuale Voivodato di Pomerania, senza il Voivodato della Pomerania Occidentale) e la Slesia, i cui confini sono esposti qui.
  • RUSSIA EUROPEA
  • Sono nazioni la Carelia (che ingloba alcune parti della Finlandia) e l'Ingria, (ad eccezione della città di San Pietroburgo, prevalentemente di lingua e cultura russa).
  • EST EUROPA
  • La Transcarpazia (che vive in Ucraina sotto forma di Oblast') è una nazione diversa dall'Ucraina.
  • La Moldova è Romania, come anche il territorio della Dobrugia Meridionale, che oggi è parte della Bulgaria.
  • Il Kosovo è parte dell'Albania, ad eccezione delle piccole zone settentrionali di lingua serba.
  • La Bosnia-Erzegovina ha una varietà molto complessa che potete vedere rappresentata qui; la Bosnia sarebbe quindi una nazione divisa in due unità territoriali.
  • L'Istria è una nazione distinta dalla Croazia; ma anche dal Veneto o dal Friuli, come si potrebbe pensare. La Dalmazia è invece, di fatto, Croazia.
  • CIPRO
  • Cipro Sud è Grecia, Cipro Nord è Turchia.
  • BELGIO
  • Le Fiandre, ad eccezione dello spazio urbano di Bruxelles, sono provincie dei Paesi Bassi; ma la Vallonia e Bruxelles non sono parte della Francia.
  • SCANDINAVIA
  • La Danimarca ingloba, come già detto, lo Schelswig dalla Germania; e concede l'indipendenza alla Groenlandia e alle Isole Fær Øer.
  • La Finlandia passa le Isole Åland alla Svezia.
  • La Lapponia è una nazione; ma una nazione coesistente a Svezia, Finlandia e Norvegia in quanto in queste aree i Sami convivono con le altre etnie.
  • MICROSTATI
  • Dei vari "microstati" dell'Europa continentale, il Lussemburgo è l'unico ad avere un'identità nazionale vera e propria.
  • San Marino è Romagna.
  • Il Principato di Monaco è Liguria.
  • Il Lietchenstein è Austria.
  • L'Andorra è Catalogna.
  • Riguardo la Città del Vaticano, non mi esprimo in quanto un quartiere di una grande città in cui gli abitanti provengono da nazioni di tutto il globo non ha una vera e propria identità nazionale.

Questo è tutto quanto ho da dire, se avete notato qualche errore o se volete aggiungere qualcosa, non esistate a dirmelo!

DIFFERENZE CON LA VERSIONE PRECEDENTE:
-La Val Resia non è una nazione ma è Slovenia
-Aggiunta la questione Arpitana, Galiziana, Normanna, Asturiana e Aragonese
-Modificato il discorso sulla Bosnia

NON VOGLIO SENTIRE PARLARE DI "DEBOLEZZA DEGLI STATI DIVISI" E COSE SIMILI, IO SONO UN ANARCHICO, UN NAZIONAL-ANARCHICO, MA PUR SEMPRE UN ANARCHICO; I CONFINI CHE HO ESPOSTO SONO CONFINI NAZIONALI E NIENT'ALTRO.